La sedia della collezione The Invisibles di Tokujin Yoshioka per Kartell è un'approssimazione al sogno di rendere invisibile la materia. Blocchi di plexiglas definiscono in modo essenziale la struttura di una sedia quasi invisibile anche se pesantissima. Il passo successivo, la smaterializzazione completa dell'oggetto, potrebbe chiamare in causa quella parte della fisica che studia le forze generate dai campi magnetici. Sarebbe interessante progettare una sedia che per supportare il corpo sfrutti queste forze invisibili... Quale azienda potrebbe accettare questa sfida?
Per associazione, anche se con un risultato formale ed estetico molto diverso, Alejandro Aravena per Vitra progetta la "sedia" Chairless, che parte dall'analisi dalle esigenze del nomadismo urbano e dall'analisi delle forze in gioco quando si sta seduti. Una cintura disegna e definisce le forze e le parti del corpo da coinvolgere per mantenere una persona in posizione seduta. La cintura, che ha peso e ingombro contenuto e può essere portata sempre con sè, viene passata intorno a gambe e schiena e assolve alla funzione di stare seduti in modo sano e dinamico. Una provocazione verso l'attuale esagerata produzione di sedie e un ripensamento verso le reali necessità dell'uomo e l'utilizzo delle risorse. Per chi ha fatto Iyengar yoga questa è una posizione di rilassamento in cui viene utilizzata una cintura di tessuto per stare correttamente nella posizione e fare rilassare gambe e schiena...
Due approcci diversi che cercano di dare un nuovo senso a ciò che ci circonda, eliminando il superfluo alla ricerca dell'essenziale. Il progetto di Tokujin Yoshioka rappresenta un'innovazione incrementale in quanto si concentra essenzialmente sulla trasparenza della materia. Il progetto di Alejandro Aravena costituisce invece a mio avviso un'innovazione di tipo radicale, in quanto stravolge il senso comune e il concetto stesso di sedersi.